Napoli, 19 gennaio 2011 – Imbocca la pista dell’eversione politica, l’indagine sugli attentati alla sede di Equitalia di corso Meridionale. Nessun inscritto e nessun fascicolo aperto, ma solo un teorema. Indiscrezioni che fanno il paio con l’interrogatorio, ieri, di due militanti napoletani del movimento di estrema destra CasaPound, ascoltati negli uffici della Digos. L’episodio è quello degli ordigni fatti esplodere nella serata di lunedì. Ma va detto che i due giovani militanti della formazione risultano estranei ai fatti. E non è un caso che l’audizione non sia stata verbalizzata. La pista resta quella. Una strada imboccata alla luce di immagini agli atti e riprese dal sistema di videosorveglianza dell’agenzia della società di riscossione. Immagini scandagliate e che potrebbero portare a risalire agli autori dell’attentato. La prima ipotesi conduce dritto agli ambienti anarco-insurrezionalisti, la seconda proprio agli ambienti della destra legata a «Casapound». Mentre perde consistenza l’ipotesi dell’atto vandalico fine a se stesso. Dunque, appare quasi certo che anche Napoli si trova ora nel novero delle città colpite dall’offensiva eversiva anti-fiscale.
Ma CasaPound protesta: “L’azione dimostra come sia in atto ai danni della nostra associazione – afferma la responsabile regionale di CasaPound Emmanuela Florino – una campagna denigratoria e repressiva volta ad aizzare il clima di tensione nei nostri riguardi, dal momento gli inquirenti sono in possesso del video del sistema di sorveglianza che hanno ripreso l’azione degli attentatori”.
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